PNRR: Piano Scuola 4.0
Con decreto del Ministro dell’istruzione n. 161 del 14 giugno 2022 è stato adottato il Piano Scuola 4.0. Il Piano è previsto dal PNRR quale strumento di sintesi e accompagnamento all’attuazione delle relative linee di investimento e intende fornire un supporto alle azioni che saranno realizzate dalle istituzioni scolastiche nel rispetto della propria autonomia didattica, gestionale e organizzativa. È diviso in quattro sezioni:
– la prima sezione “Background” definisce il contesto dell’intervento, ripercorrendo brevemente le principali tappe del processo di trasformazione didattica e digitale della scuola italiana e gli scenari europei di riferimento;
– la seconda e la terza sezione “Framework” presentano il quadro di riferimento e i principali orientamenti per la progettazione degli ambienti di apprendimento innovativi (Next Generation Classrooms) e dei laboratori per le professioni digitali del futuro (Next Generation Labs);
– la quarta sezione “Roadmap” illustra e sintetizza gli step di attuazione della linea di investimento “Scuola 4.0”.
Con il PNRR, il Ministero dell’istruzione, nell’ambito della linea di investimento “Scuola 4.0”, ha inteso investire 2,1 miliardi di euro per la trasformazione delle classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e nella creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro e, al tempo stesso, con un’altra specifica linea di investimento, promuovere un ampio programma di formazione alla transizione digitale di tutto il personale scolastico.
La denominazione “Scuola 4.0” discende proprio dalla finalità della misura di realizzare ambienti di apprendimento ibridi, che possano fondere le potenzialità educative e didattiche degli spazi fisici concepiti in modo innovativo e degli ambienti digitali.
La possibilità di usufruire di dispositivi digitali – ma anche il possesso di competenze adeguate per sfruttarli al meglio – rappresenta una delle sfide che il sistema educativo italiano è chiamato ad affrontare nei prossimi anni.
Per raggiungere questo obiettivo, il nostro paese ha adottato il cosiddetto piano “Scuola 4.0“. A questo progetto contribuisce anche il Pnrr con un investimento considerevole.
Un decreto del ministero dell’istruzione pubblicato nel settembre 2022 ha distribuito tra gli istituti scolastici italiani una parte di questi fondi destinati in particolare a progetti nuovi. Altri atti pubblicati in precedenza invece avevano dirottato parte degli investimenti su progetti già in essere.
Già questo elemento fa capire come non sia semplicissimo riuscire a ricostruire tutti i passaggi amministrativi che hanno portato all’attribuzione delle risorse. Anzi, in alcuni casi purtroppo è risultato impossibile.
Le criticità però non si fermano alla scarsa trasparenza. Come vedremo infatti, l’attribuzione delle risorse ha seguito per la maggior parte un criterio demografico. Le risorse sono state cioè assegnate in base al numero di scuole presenti e di classi attive. Questa scelta però sembra andare in direzione opposta rispetto all’obiettivo di ridurre i divari tra i diversi territori. Finalità che invece dovrebbe essere tra le principali del Pnrr.
Da tenere presente inoltre che l’effettiva erogazione di queste risorse non può essere ancora data per certa. La palla adesso passa agli istituti scolastici che dovranno presentare a stretto giro i progetti che intendono realizzare con i fondi assegnati. Un passaggio non scontato perché le procedure amministrative richieste per accedere alle risorse del Pnrr sono complesse. E spesso, come abbiamo già raccontato per gli enti locali, la carenza di personale e di competenze adeguate può costituire un ostacolo.
In cosa consiste il piano scuola 4.0
Il piano scuola 4.0 è stato adottato con un decreto del ministero dell’istruzione dello scorso giugno. Questo atto fornisce una serie di indicazioni pratiche per il raggiungimento degli obiettivi previsti. Tale piano, come anticipato, sarà finanziato anche dal Pnrr attraverso la misura denominata “scuola 4.0 – scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori”.
L’obiettivo di questo investimento è favorire la transizione digitale del mondo scolastico, trasformando le aule in ambienti di apprendimento innovativi. Inoltre si prevede il potenziamento dei laboratori per le professioni digitali.
La denominazione “Scuola 4.0” discende proprio dalla finalità della misura di realizzare ambienti di apprendimento ibridi, che possano fondere le potenzialità educative e didattiche degli spazi fisici concepiti in modo innovativo e degli ambienti digitali.
Più concretamente, a livello nazionale, si punta alla trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments (ambienti di apprendimento connessi), con l’introduzione di dispositivi informatici come pc, tabet e lavagne interattive. A ciò si aggiunge anche l’obiettivo di creare dei laboratori appositamente pensati per trasmettere agli studenti le nozioni necessarie per essere competitivi nel mercato del lavoro digitale del futuro.
Come si distribuiscono le risorse
Come anticipato, un decreto del ministero dell’istruzione entrato in vigore nel settembre scorso ha individuato gli istituti scolastici beneficiari delle risorse. L’atto in questione ha suddiviso i fondi in diverse azioni.
L’azione 1 è quella dedicata alla trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento, attraverso l’acquisto di dispositivi didattici connessi. Questo intervento assorbe circa 1,3 miliardi di euro: cioè il 62% circa delle risorse Pnrr assegnate a questa misura. L’azione 2 è invece mirata alla realizzazione dei laboratori per le professioni digitali. In questo caso, le risorse stanziate ammontano a circa 425 milioni di euro.
A queste risorse si aggiungono altri 289 milioni che è già possibile territorializzare e che sono finalizzati al finanziamento di progetti già in essere.
La regione a cui vanno più fondi è la Lombardia, cui complessivamente sono stati assegnati oltre 260 milioni di euro. Questi si suddividono in circa 187 milioni per la trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento (azione 1). Mentre 53 milioni vanno alla realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro (azione 2). Infine, circa 22 milioni serviranno per finanziare progetti già in essere al momento dell’approvazione del Pnrr. Dopo la Lombardia troviamo due regioni del mezzogiorno. Ovvero la Campania (a cui vanno complessivamente 232 milioni circa) e la Sicilia (189 milioni).