Mobilità Elettrica e PNRR: nel 2024 si svolta?

La mobilità elettrica è una scelta non più prorogabile, sia per evitare che l’industria automobilistica italiana perda ulteriore terreno nei confronti delle altre big d’Europa nonché di Cina e USA, sia per completare la transizione energetica e rispettare gli obiettivi fissati dall’UE per il 2035, quando sul mercato dovranno essere immessi solo veicoli a emissioni zero.

Tuttavia l’Italia si conferma, ancora una volta, fanalino di coda in Europa. Nel 2023 (tra gennaio e novembre) la quota di mercato delle auto elettriche si è attestata nel nostro Paese al 4,1%, dietro a Paesi come Spagna (5,6%), Regno Unito (16,3%), Francia (16,4%) e Germania (18,1%).

Le cause di questo ritardo non possono che essere individuate nell’assenza di infrastrutture e nel costo – ancora troppo elevato – dei veicoli elettrici. Il 2024 si apre però con due grandi opportunità che potrebbero rispondere proprio a queste problematiche: da una parte il nuovo bando PNRR, volto a finanziare infrastrutture di ricarica rapida, dall’altra i nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche, pensati per i consumatori.

I prossimi 12 mesi potrebbero quindi rappresentare una vera e propria svolta per la transizione verso la mobilità elettrica in Italia: tutto dipenderà da come riusciremo a sfruttare e valorizzare al meglio i fondi e gli incentivi.

PNRR bis: una nuova opportunità per evolvere

Attualmente sul territorio nazionale ci sono 47.228 colonnine di ricarica, la maggior parte delle quali a bassa potenza, con un tempo di ricarica che supera anche le 6 ore. Considerando i pochi minuti necessari per rifornirsi di carburante dal benzinaio, è evidente che per incentivare gli automobilisti a virare sull’elettrico bisogna garantire un’esperienza di ricarica il più possibile vicina a quella a cui sono abituati. Ma le stazioni di ricarica ultraveloce, dove poter fare una ricarica significativa in 15 o 20 minuti al massimo, sono oggi poco più di 300. Senza necessariamente dismettere i punti di ricarica “lenta”, che possono essere lasciati attivi laddove incontrano condizioni favorevoli di utilizzo (come la sosta notturna o le ore impegnate dall’attività lavorativa), è però urgente accelerare per costruire hub supercharger. In questo contesto i nuovi fondi previsti dal PNNR bis, rivolti ai Charging Point Operators (CPO), possono rappresentare la soluzione, a patto di fare tesoro di quanto non ha funzionato con il primo bando a maggio 2023.

In quel caso, sono emerse delle criticità che hanno reso difficile portare avanti il progetto e mettere in moto gli investimenti: i player avrebbero dovuto utilizzare i fondi per aprire stazioni di ricarica con vincoli geografici stringenti, anche in aree dove il tasso di veicoli elettrici rasenta lo zero, e con tempistiche di realizzazione troppo serrate, considerando che gli operatori si sarebbero dovuti occupare di tutto il processo, dall’individuazione degli spazi alla connessione elettrica degli hub.

Incentivi auto: più tempestività meno paletti

Per far decollare il mercato delle auto elettriche è d’altra parte necessario prevedere risorse da destinare alle agevolazioni. Entro poche settimane dovrebbe entrare in vigore il decreto sui nuovi incentivi per l’acquisto di vetture elettriche, secondo quanto annunciato ad inizio gennaio dal Ministero delle imprese e del Made in Italy. Obiettivo del Ministero, che propone di stanziare circa 930 milioni di euro totali, è quello di svecchiare il parco auto italiano. In particolare, si prevedono aiuti economici per chi ha un reddito medio-basso, ma anche per i taxi e per il rinnovo dei parchi auto commerciali.

Tuttavia, all’annuncio non è seguita una tempestiva formalizzazione della disponibilità delle risorse: il rischio è quello di creare caos tra gli operatori della filiera e di paralizzare il mercato, con i consumatori naturalmente portati ad attendere di conoscere le nuove agevolazioni prima di procedere con eventuali acquisti.

Giocare bene le carte della mobilità elettrica

Soprattutto, l’auspicio è che gli incentivi siano accessibili, con meno vincoli possibili, così da segnare un reale cambio di rotta per l’Italia. Si parla ad esempio già di “paletti” relativi ai costi delle auto, che non dovrebbero superare i 35.000 euro per le elettriche, i 45.000 euro per le ibride e i 35.000 euro per le altre.

Insomma, il 2024 parte con buoni auspici e può davvero rappresentare l’anno della svolta per il nostro Paese: sarà però fondamentale giocare bene tutte le carte a disposizione, sia lato operatori che consumatori. La transizione “elettrica” prevede sicuramente un cambio nelle abitudini condivise da tutti gli automobilisti come il tempo speso per il rifornimento, ma dal punto di vista energetico e ambientale può generare una vera e propria rivoluzione partecipata per un futuro più sostenibile.

Fonte: ilsole24ore

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